Luigi Pellerano (1863-1939)

Fotografo
Biografia
Di Luigi Pellerano (Cagliari 1863-1939) è nota la brillante carriera militare ma non l'appassionante vicenda umana, intreccio peculiare di modernità e sensibilità verso le più significative ricerche scientifiche ed estetiche di inizio Novecento.
La sua attività è attestata a partire dal 1893, già tenente di artiglieria, cura la parte fotografica del volume di A. Stella, Pittura e scultura in Piemonte. Nel 1911, in occasione dell'Esposizione internazionale delle industrie e del lavoro di Torino, partecipa alla mostra di fotografia, aggiudicandosi il Diploma d'Onore e la Medaglia d'oro della casa Lumière, premio speciale per la fotografia. Nel 1917 è promosso generale, generale di Brigata nel 1926 e infine colonnello. Prese parte alla guerra di Libia e fu nominato Commissario Governativo della Scuola di arti e mestieri di Tripoli dal 1915 al 1919. La sua attività di fotografo ebbe numerosi riscontri in diverse campagne archeologiche nell'area di pertinenza coloniale.
Amico dei fratelli Lumière, inventori nel 1895 del cinematografo e nel 1903 delle lastre autocromatiche a colori (commercializzate dal 1907), dedicò a loro il volume L'autocromista e la pratica elementare della fotografia a colori, edito da Ulrico Hoepli nel 1914, con 38 tavole, di cui 31 a colori, che gli darà notorietà anche fuori dai confini della penisola. Tra il 1925 e il 1937 collabora con il National Geographic, la più celebre rivista di viaggi del tempo, realizzando un consistente numero di autocromie, dedicate alle campagne in Libia, Sardegna, Sicilia, Puglia, Albania, Grecia, Turchia, e Roma, solo per citarne alcune.
Il valore attribuito all'autocromia, ribattezzata dall'autore pittura a macchina (Pellerano 1914, p. 399), è da intendersi sia per il valore estetico, nel suo aspetto iconografico e documentale, squisitamente legato alla produzione divulgativa per il grande pubblico.